Come tutti i sentimenti il dolore e la gioia passano, ma non si dimenticano. A volte crediamo di avere messo tutto questo nel cassetto rendendoci conto che poi non è così. Sentimenti, sensazioni, profumi sopiti dal tempo a volte ritornano come di incanto. E’ la variabile che nessun psicologo al mondo è in grado di controllare o di prevedere. Sapete quando vi prende quel sorrisetto o il broncetto improvviso che chi vi circonda riesce a vedere ma non ne capisce il motivo? Si proprio quello. Gli altri non riescono a capire a cosa è dovuta quella espressione perché spesso questi flash back non hanno niente a che vedere con quello che sta succedendo in quel momento.
Domenica 30 novembre 2014 Claudio mi scrive su Facebook: “Vedrai che con i giorni, quando potrai dire io c’ero, la soddifazione per quello che hai fatto supererà il pensiero per quello che potevi fare…”. Vero Claudio il mercoledì successivo mi rendevo conto nell’intimo di quello che avevo fatto e in quell’istante mi sono ripromesso che avrei dovuto ricorrere la maratona.
Il tempo passa e gli acciacchi manifestati in modo pressante dopo la mezza maratona di Arezzo e sofferti in modo acuto durante i 42 km. e 195 metri a Firenze si sono poi acuiti. I giorni successivi alla corsa di Natale, fra l’altro secondo me andata bene, e dove ho sofferto solo un fastidio che non mi ha impedito di correre con una media di 4:07 minuti/km., hanno evidenziato che i problemi non stavano passando. L’ultimo mio allenamento di corsa risale al 13 gennaio, poi in accordo con la mia dottoressa abbiamo deciso che era il caso di staccare la spina. Ho interpretato questa pausa come il giorno di scarico che il mio grande preparatore normalmente mi mette 2 volte alla settimana. Il giorno di “non allenamento” è allenamento. Questo serve al fisico per ricostruirsi, per riposare, per metabolizzare. E’ necessario per potere allenarsi bene nei giorni successivi. Prima di conoscere Fulvio il giorno che non correvo era un giorno perso, dove avrei potuto migliorare i miei tempi. Prima di conoscere Fulvio, 10 ripetute di 100 metri con il dovuto riscaldamento e defaticamento, era solo una perdita di tempo. L’esperienza e i miei miglioramenti che con il tempo e la fatica sono riuscito a raggiungere, mi hanno fatto fare una piccola maturazione in tal senso. Oggi riposo e non voglio stressare il fisico con la corsa in quanto questo ha qualcosa che non va e necessita di essere riparato. Continuare a correre con i pezzi rotti alla fine forse mi avrebbe portato a smettere per sempre.
Domani si corre la mezza di Scandicci, la gara da me individuata dopo Arezzo come quella che mi sarebbe servita per scendere sotto 1:27:00. Per le mie capacità un obiettivo importante ma dopo avere fatto il mio personale ad Arezzo su un tracciato non adatto ai record, sicuramente un traguardo raggiungibile. Invece domani non mi avvicinerò a Scandicci neppure per sbaglio. Questa notte ho sognato che mi trovavo in una città della zona e che trovandomi per caso nel centro, vedevo l’arrivo di una gara podistica. Inizio ad avere nostalgia di quella bellissima sensazione del pre gara e di tutto il contesto. Contestualmente maturo la preoccupazione per la fatica di quando ricomincerò a correre e della bruttissima sensazione di non essere capace a correre in modo ininterrotto per più di 3 km. Dentro la mia testa mi chiedo, quanto tempo mi ci vorrà per ritornare a correre 10 km? …poi ritornare a correre 12 km come se fosse una passeggiata? …ecc… . Da lì so che poi ritornare a correre una mezza è solo una questione di programmazione. Da lì a correre con i miei recenti tempi è un’incognita. Vediamo.
Ma torniamo al punto di partenza.
Circa 2 settimane fa, senza che avessi richiesto niente, un fotografo mi manda le fotografie della mia maratona di Firenze. Un fulmine ciel sereno. Inizialmente non capisco cosa siano poi mi ricordo che questa simpatica e se vogliamo anche subdola tecnica di vendita viene utilizzata anche per altri eventi. Ricordo che la stessa cosa mi era capitata dopo la mia seconda laurea. Come allora aprire le foto e riportarmi ad un evento che per me è stato un momento importante della mia vita, un traguardo che mi è costato fatica e sacrificio, ma fonte di immensa soddisfazione, è stato come un cavallone marino che ti travolge quando te ne stai bello tranquillo sul bagno asciuga.
Sono stato travolto dalle emozioni, dalle sensazioni, dal dolore che con il tempo si è trasformato in sana e gioia sensazione di fatica, dalla sensazione di appagamento che si prova dopo un’esperienza del genere.
I risultati più belli spesso sono quelli più sofferti, quelli per i quali hai lottato di più. La mia maratona non è sicuramente un “risultato” ma rappresenta una bellissima tappa della mia vita che oggi, a distanza di 3 mesi, mi emoziona facendomi venire quelle lacrime che il 30 novembre non scesero.
Claudio avevi ragione … le foto mi hanno ricordato che quel giorno c’ero, che la soddisfazione e l’appagamento di quei 42.195 metri hanno ampiamente superato il pensiero di quello che potevo fare.
I podisti lo sappiamo sono bugiardi …ma come in questo caso spesso sono anche profeti.
Dell’evento avevo scritto un altro racconto ma poi per varie ragioni non l’ho terminato anche se mi riservo un domani di riproporlo.
Questo mio pensiero lo dedico a tutti gli amici della Atletica Sangiovannese che mi hanno accompagnato nei mesi precedenti e durante i miei 42.195 metri. I nomi sono tanti e tutti li porto nel cuore …a parte Mario, che ogni tanto durante la notte me lo rivedo in piazza del Duomo feroce come un cane rognoso e allungato come un saltatore in lungo mentre mi urla: …non mollare…no …non mollare …vai… , che sicuramente porto nel cuore ma che il cuore me lo fa anche fibrillare.
Con gratitudine Edoardo.